Teorema di Riemann-Dini

In matematica, il teorema di Riemann-Dini è un teorema sulle serie a valori reali semplicemente convergenti, chiamato così in onore dei matematici Bernhard Riemann e Ulisse Dini.

Il teorema afferma che se una serie è (semplicemente) convergente, ma non assolutamente convergente, allora, dato un qualsiasi numero reale, esiste una permutazione dei suoi termini che la rende convergente a tale numero; inoltre, esistono permutazioni dei termini che rendono la serie divergente a + {\displaystyle +\infty } e a {\displaystyle -\infty } .

Enunciato

Sia { u n } n N {\displaystyle \left\{u_{n}\right\}_{n\in \mathbb {N} }} una successione a valori reali tale che la serie associata sia semplicemente convergente:

k = 0 n u k n + R , {\displaystyle \sum _{k=0}^{n}u_{k}{\underset {n\rightarrow +\infty }{\longrightarrow }}\ell \in \mathbb {R} ,}

ma non assolutamente convergente,

k = 0 n | u k | n + + . {\displaystyle \sum _{k=0}^{n}|u_{k}|{\underset {n\longrightarrow +\infty }{\longrightarrow }}+\infty .}

Sia inoltre α R { , + } {\displaystyle \alpha \in \mathbb {R} \cup \{-\infty ,+\infty \}} . Allora esiste una permutazione

σ : N N {\displaystyle \sigma :\mathbb {N} \longrightarrow \mathbb {N} }

tale che

k = 0 n u σ ( k ) n + α . {\displaystyle \sum _{k=0}^{n}u_{\sigma (k)}{\underset {n\rightarrow +\infty }{\longrightarrow }}\alpha .}

Dimostrazione

Lemma

Per ogni n N {\displaystyle n\in \mathbb {N} } si ponga

a n := max { u n , 0 } , b n := min { 0 , u n } . {\displaystyle {\begin{aligned}a_{n}:=&\max\{u_{n},0\},\\b_{n}:=&\min\{0,u_{n}\}.\end{aligned}}}

(queste serie non sono altro che le serie dei termini, rispettivamente, positivi e negativi estratti dalla serie originaria; ovviamente tutti quelli uguali a 0 possono essere rimossi).

Allora

k = 0 n a k n + + e k = 0 n b k n + . {\displaystyle \sum _{k=0}^{n}a_{k}{\underset {n\rightarrow +\infty }{\longrightarrow }}+\infty \quad {\text{e}}\quad \sum _{k=0}^{n}b_{k}{\underset {n\rightarrow +\infty }{\longrightarrow }}-\infty .}

Infatti, dato che la serie u n {\displaystyle \sum u_{n}} converge e che

u n = a n + b n n N , | u n | = a n b n n N , {\displaystyle {\begin{aligned}u_{n}&=a_{n}+b_{n}\qquad \forall n\in \mathbb {N} ,\\|u_{n}|&=a_{n}-b_{n}\qquad \forall n\in \mathbb {N} ,\end{aligned}}}

allora le serie a n {\displaystyle \sum a_{n}} e b n {\displaystyle \sum b_{n}} o sono entrambe convergenti o entrambe divergenti. Ma se le due serie convergessero, allora anche ( a n b n ) = | u n | {\displaystyle \sum (a_{n}-b_{n})=\sum |u_{n}|} dovrebbe convergere, il che è assurdo. Inoltre, poiché per ogni n N {\displaystyle n\in \mathbb {N} } a n 0 {\displaystyle a_{n}\geq 0} e b n 0 {\displaystyle b_{n}\leq 0} , allora le due serie associate a tali successioni devono divergere rispettivamente a + {\displaystyle +\infty } e {\displaystyle -\infty } .

Dimostrazione del teorema

Per semplicità si supponga che α R {\displaystyle \alpha \in \mathbb {R} } , il caso α = ± {\displaystyle \alpha =\pm \infty } è analogo.

Costruzione della permutazione

Una possibile costruzione della permutazione σ di N {\displaystyle \mathbb {N} } procede nel modo seguente: si sommano i termini non negativi fino ad oltrepassare il valore α {\displaystyle \alpha } e in seguito si aggiungano i termini strettamente negativi fino a quando la somma parziale diventa strettamente inferiore ad α {\displaystyle \alpha } (questo procedimento è sempre possibile grazie al lemma). Si itera quindi la procedura, sommando i termini positivi a partire da dove ci si è fermati, in seguito i termini negativi, e via discorrendo. La permutazione σ si definisce quindi come la permutazione associata all'ordinamento dei termini utilizzato in tale procedura.

Convergenza

Dato che la serie u n {\displaystyle \sum u_{n}} è convergente allora per ogni ε > 0 {\displaystyle \varepsilon >0} esiste N 0 N {\displaystyle N_{0}\in \mathbb {N} } tale che

| u n | < ε n N 0 . {\displaystyle |u_{n}|<\varepsilon \qquad \forall n\geq N_{0}.}

Di conseguenza, prendendo N 1 = 1 + max { σ 1 ( 0 ) , σ 1 ( 1 ) , , σ 1 ( N 0 ) } {\displaystyle N_{1}=1+\max\{\sigma ^{-1}(0),\sigma ^{-1}(1),\ldots ,\sigma ^{-1}(N_{0})\}} , si ha che

| u σ ( n ) | < ε n N 1 {\displaystyle |u_{\sigma (n)}|<\varepsilon \qquad \forall n\geq N_{1}}

(infatti certamente σ(n) > N0). Sia ora N 2 {\displaystyle N_{2}} il più piccolo intero maggiore di N 1 {\displaystyle N_{1}} tale che u σ ( N 2 ) {\displaystyle u_{\sigma (N_{2})}} e u σ ( N 2 + 1 ) {\displaystyle u_{\sigma (N_{2}+1)}} siano di segno opposto. Per come è stata costruita la permutazione σ , si ha che

| α k = 0 N 2 u σ ( k ) | | u σ ( N 2 ) | ε . {\displaystyle \left|\alpha -\sum _{k=0}^{N_{2}}u_{\sigma (k)}\right|\leq |u_{\sigma (N_{2})}|\leq \varepsilon .}

Si definisca ora, per n 2 {\displaystyle n\geq 2} , la proposizione

P ( n ) : | α k = 0 n u σ ( k ) | ε . {\displaystyle {\mathcal {P}}(n):\left|\alpha -\sum _{k=0}^{n}u_{\sigma (k)}\right|\leq \varepsilon .}

È chiaro che P ( N 2 ) {\displaystyle {\mathcal {P}}(N_{2})} è verificata. Si supponga ora che sia vera per n N 2 {\displaystyle n\geq N_{2}} . Distinguiamo a questo punto i due casi che seguono.

Primo caso
Se
0 < α k = 0 n u σ ( k ) ε ; {\displaystyle 0<\alpha -\sum _{k=0}^{n}u_{\sigma (k)}\leq \varepsilon ;}
allora
0 u σ ( n + 1 ) ε {\displaystyle 0\leq u_{\sigma (n+1)}\leq \varepsilon }
e dunque
| α k = 0 n + 1 u σ ( k ) | ε . {\displaystyle \left|\alpha -\sum _{k=0}^{n+1}u_{\sigma (k)}\right|\leq \varepsilon .}
Secondo caso
Se
ε α k = 0 n u σ ( k ) 0 ; {\displaystyle -\varepsilon \leq \alpha -\sum _{k=0}^{n}u_{\sigma (k)}\leq 0;}
allora
ε u σ ( n + 1 ) < 0 {\displaystyle -\varepsilon \leq u_{\sigma (n+1)}<0}
perciò
| α k = 0 n + 1 u σ ( k ) | ε . {\displaystyle \left|\alpha -\sum _{k=0}^{n+1}u_{\sigma (k)}\right|\leq \varepsilon .}

Per il principio d'induzione, risulta dimostrato che

ε > 0 ,   N 2 N ,   n N ,   n N 2 | α k = 0 n u σ ( k ) | ε ; {\displaystyle \forall \varepsilon >0,\ \exists N_{2}\in \mathbb {N} ,\ \forall n\in \mathbb {N} ,\ n\geq N_{2}\Longrightarrow \left|\alpha -\sum _{k=0}^{n}u_{\sigma (k)}\right|\leq \varepsilon ;}

e dunque la serie converge ad α {\displaystyle \alpha } .

Esempio

Si prenda in esame la serie armonica a segni alterni, denotando con u n {\displaystyle \,u_{n}} il suo termine n-esimo,

n N ,   u n := ( 1 ) n + 1 n . {\displaystyle \forall n\in \mathbb {N} ^{*},\ u_{n}:={\frac {(-1)^{n+1}}{n}}.}

La serie n = 1 u n {\displaystyle \sum _{n=1}^{\infty }u_{n}} converge per il criterio di Leibniz, ma non converge assolutamente in quanto la serie armonica diverge positivamente.

È noto che:

k = 1 + u k = 1 1 2 + 1 3 1 4 + = log ( 2 ) . {\displaystyle \sum _{k=1}^{+\infty }u_{k}=1-{\frac {1}{2}}+{\frac {1}{3}}-{\frac {1}{4}}+\ldots =\log(2).}

(si veda la dimostrazione fatta nella voce serie armonica a segni alterni ).

Riordinando la successione nel modo seguente,

1 1 2 1 4   +   1 3 1 6 1 8   +   1 5 1 10 1 12 + , {\displaystyle 1-{\frac {1}{2}}-{\frac {1}{4}}\ +\ {\frac {1}{3}}-{\frac {1}{6}}-{\frac {1}{8}}\ +\ {\frac {1}{5}}-{\frac {1}{10}}-{\frac {1}{12}}+\cdots ,}

ossia scomponendo la serie in blocchi da tre della forma:

1 2 k 1 1 2 ( 2 k 1 ) 1 4 k . {\displaystyle {\frac {1}{2k-1}}-{\frac {1}{2(2k-1)}}-{\frac {1}{4k}}.}

Sommando i primi due termini si ha

1 2 k 1 1 2 ( 2 k 1 ) = 1 2 ( 2 k 1 ) , {\displaystyle {\frac {1}{2k-1}}-{\frac {1}{2(2k-1)}}={\frac {1}{2(2k-1)}},}

pertanto la successione delle somme parziali può essere riscritta come:

= 1 2 1 4 + 1 6 1 8 + 1 10 1 12 {\displaystyle ={\frac {1}{2}}-{\frac {1}{4}}+{\frac {1}{6}}-{\frac {1}{8}}+{\frac {1}{10}}-{\frac {1}{12}}\cdots }

che raccogliendo il fattore 1/2 non è altro che

1 2 ( 1 1 2 + 1 3 1 4 + 1 5 1 6 + ) = 1 2 log 2 , {\displaystyle {\frac {1}{2}}\left(1-{\frac {1}{2}}+{\frac {1}{3}}-{\frac {1}{4}}+{\frac {1}{5}}-{\frac {1}{6}}+\ldots \right)={\frac {1}{2}}\log 2,}

ossia la metà del valore della serie armonica a segni alterni.

Teoremi derivati

Teorema di Sierpiński

Nel teorema di Riemann, la permutazione usata per riarrangiare una serie semplicemente convergente per ottenere un certo R { , } {\displaystyle \mathbf {R} \cup \{\infty ,-\infty \}} potrebbe avere un numero arbitrario di punti non fissi, cioè tutti gli indici dei termini della serie potrebbero essere permutati. Ci si potrebbe chiedere se è possibile riarrangiare solo gli indici in un insieme più piccolo in modo che la serie converga a un arbitrario numero reale o diverga a ± {\displaystyle \pm \infty } . La risposta a questa domanda è positiva: Sierpiński dimostrò che permutando solo i termini positivi e lasciando fissi quelli minori o uguali a zero è possibile ottenere una serie convergente a qualunque assegnato valore minore o uguale a quello della serie originale.[1][2][3]

Questa domanda è stata inoltre esplorata usando il concetto di ideale: per esempio, Wilczyński provò che è sufficiente riarrangiare solo gli indici nell'ideale degli insiemi di densità asintotica zero.[4] Filipów e Szuca dimostrarono che anche altri ideali hanno questa proprietà.[5]

Teorema di Steinitz

Data una serie convergente a n {\displaystyle \sum a_{n}} di numeri complessi, parecchi casi possono accadere quando si considera l'insieme delle possibili somme per tutte le serie a σ ( n ) {\displaystyle \sum a_{\sigma (n)}} ottenute permutando i suoi termini:

  • la serie a n {\displaystyle \sum a_{n}} potrebbe convergere assolutamente; allora tutte le serie riarrangiate convergono e inoltre allo stesso valore: l'insieme delle somme delle serie permutate si riduce ad un punto.
  • la serie a n {\displaystyle \sum a_{n}} potrebbe non convergere assolutamente; se S {\displaystyle S} denota l'insieme delle somme a σ ( n ) {\displaystyle \sum a_{\sigma (n)}} che convergono, allora o S {\displaystyle S} è una retta L {\displaystyle L} nel piano complesso C {\displaystyle \mathbb {C} } , della forma
L = { a + t b : t R } , a , b C ,   b 0 , {\displaystyle L=\{a+tb:t\in \mathbb {R} \},\quad a,b\in \mathbb {C} ,\ b\neq 0,}
oppure è l'intero piano complesso C {\displaystyle \mathbb {C} } .

Più in generale, data una serie convergente di vettori in uno spazio vettoriale E {\displaystyle E} su R {\displaystyle \mathbb {R} } di dimensione finita, l'insieme delle somme delle serie permutate convergenti è uno sottospazio affine di E {\displaystyle E} .

Enunciato più generale

Si dimostra[6] che il teorema può essere enunciato, in modo più potente, nella seguente forma:

Sia { u n } n N {\displaystyle \left\{u_{n}\right\}_{n\in \mathbb {N} }} una successione a valori reali tale che la serie associata sia semplicemente convergente:

k = 0 n u k n + R , {\displaystyle \sum _{k=0}^{n}u_{k}{\underset {n\rightarrow +\infty }{\longrightarrow }}\ell \in \mathbb {R} ,}

ma non assolutamente convergente,

k = 0 n | u k | n + + . {\displaystyle \sum _{k=0}^{n}|u_{k}|{\underset {n\longrightarrow +\infty }{\longrightarrow }}+\infty .}

Siano inoltre α , β R { , + } {\displaystyle \alpha ,\beta \in \mathbb {R} \cup \{-\infty ,+\infty \}} con α β {\displaystyle \alpha \leq \beta } . Allora esiste una permutazione

σ : N N {\displaystyle \sigma :\mathbb {N} \longrightarrow \mathbb {N} }

tale che

lim inf n k = 0 n u σ ( n ) = α {\displaystyle \liminf _{n\to \infty }{\sum _{k=0}^{n}u_{\sigma (n)}}=\alpha }
lim sup n k = 0 n u σ ( n ) = β {\displaystyle \limsup _{n\to \infty }{\sum _{k=0}^{n}u_{\sigma (n)}}=\beta } .

Data la definizione di limiti inferiore e superiore, questo enunciato si riduce al precedente nel caso si scelga α = β.

Scegliendo invece α ≠ β si ha un risultato non previsto dall'enunciato precedente, ovvero che il riarrangiamento della serie sia oscillante fra α e β.

Note

  1. ^ Wacław Sierpiński, Contribution à la théorie des séries divergentes, in Comp. Rend. Soc. Sci. Varsovie, vol. 3, 1910, pp. 89–93.
  2. ^ Wacław Sierpiński, Remarque sur la théorème de Riemann relatif aux séries semi-convergentes, in Prac. Mat. Fiz., XXI, 1910, pp. 17–20.
  3. ^ Wacław Sierpiński, Sur une propriété des séries qui ne sont pas absolument convergentes, in Bull. Intern. Acad. Sci.: Cracovie A, vol. 149-158, 1911.
  4. ^ Władysław Wilczyński, On Riemann derangement theorem, in Słup. Pr. Mat.-Fiz., vol. 4, 2007, pp. 79–82.
  5. ^ Rafał Filipów e Piotr Szuca, Rearrangement of conditionally convergent series on a small set, in Journal of Mathematical Analysis and Applications, vol. 362, n. 1, February 2010, pp. 64–71, DOI:10.1016/j.jmaa.2009.07.029.
  6. ^ P. M. Soardi, Analisi matematica, Novara, Città studi edizioni, 2010, pp. 143-145..

Voci correlate

Collegamenti esterni

  • (EN) Eric W. Weisstein, Teorema di Riemann-Dini, su MathWorld, Wolfram Research. Modifica su Wikidata
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