Bromotrifluorometano

Bromotrifluorometano
Struttura del bromotrifluorometano
Struttura del bromotrifluorometano
Modello del bromotrifluorometano
Modello del bromotrifluorometano
Nome IUPAC
Bromotrifluorometano
Abbreviazioni
Halon 1301, R 13B1
Nomi alternativi
bromofluoroformio, trifluorobromometano, trifluorometilbromuro
Caratteristiche generali
Formula bruta o molecolareCBrF3
Massa molecolare (u)148,91
Aspettogas incolore inodore
Numero CAS75-63-8
Numero EINECS200-887-6
PubChem6384
SMILES
C(F)(F)(F)Br
Proprietà chimico-fisiche
Densità (g/l, in c.s.)6,77[1]
Solubilità in acqua0,300 g/l
Temperatura di fusione−168 °C (105 K)[1]
Temperatura di ebollizione−58 °C (215 K)[1]
Punto critico66,8 °C a 39,6 bar[1]
Tensione di vapore (Pa) a 20 °C K1,43 MPa[1]
Proprietà termochimiche
ΔfH0 (kJ·mol−1)-648,3[2]
Indicazioni di sicurezza
Punto di fiammanon infiammabile
Simboli di rischio chimico
gas compresso irritante
attenzione
Frasi H280 - 420 [1]
Consigli P410+403 - 502 [1]
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Il bromotrifluorometano è il composto chimico di formula CBrF3. È un alogenuro organico che è stato usato come liquido refrigerante e come gas estinguente negli estintori.[3] In condizioni normali è un gas incolore e inodore. Nel protocollo di Montréal è stato classificato come dannoso per lo strato di ozono. La produzione di CBrF3 è vietata nei paesi industrializzati, compresa l'Unione europea, tuttavia l'utilizzo è ancora consentito dal diritto internazionale.[4] Il bromotrifluorometano è presente nell'atmosfera con una concentrazione di circa 0,013 ppm,[5] ha un tempo di vita di 65 anni, e il suo global warming potential è 7140 in 100 anni.[6]

Sintesi

Il CBrF3 è stato sintetizzato per la prima volta nel 1946 facendo passare bromo e trifluorometano attraverso un tubo di Pyrex a circa 600 °C.[7] Sono noti anche vari altri metodi di preparazione.[8]

Applicazioni

Estintore caricato con Halon 1301, usato negli U.S.A. negli anni ottanta

Il bromotrifluorometano fu introdotto negli anni sessanta come mezzo antincendio. È stato utilizzato per proteggere apparecchiature pregiate come aerei, navi, mainframe, centri di telecomunicazione. Il composto spegne gli incendi già ad una concentrazione del 6%, andando ad interrompere le reazioni radicaliche della combustione.[9]

Tossicità / Indicazioni di sicurezza

Il bromotrifluorometano può essere respirato senza effetti percepibili a una concentrazione del 7%. A concentrazione elevata risulta leggermente neurotossico e interferisce con le funzioni cardiovascolari. A elevata temperatura il composto può decomporsi liberando composti fluorurati e bromurati tossici e corrosivi. Non ci sono dati che indichino effetti cancerogeni.[1]

Note

Bibliografia

  • (EN) T. J. Brice, W. H. Pearlson e J. H. Simons, Fluorocarbon Bromides, in J. Am. Chem. Soc., vol. 68, n. 6, 1946, pp. 968–969, DOI:10.1021/ja01210a017.
  • (EN) P. Forster, V. Ramaswamy, P. Artaxo e altri, Changes in Atmospheric Constituents and in Radiative Forcing (PDF), in S. Solomon, D. Qin, M. Manning, Z. Chen, M. Marquis, K.B. Averyt, M.Tignor e H.L. Miller (a cura di), Climate Change 2007: The Physical Science Basis. Contribution of Working Group I to the Fourth Assessment Report of the Intergovernmental Panel on Climate Change, Cambridge, Cambridge University Press, 2007.
  • GESTIS, Trifluoromethyl bromide, su gestis-en.itrust.de, 2016. URL consultato il 12 febbraio 2017. Pagina del bromotrifluorometano nel data base GESTIS.
  • (EN) T. L. Gilchrist (a cura di), Four Halogens or Three Halogens and One Other Heteroatom, in Comprehensive Organic Functional Group Transformations, Volume 6, Oxford, Elsevier, 1995, ISBN 0-08-042704-9.
  • (DE) H. Hulpke, H. A. Koch, R. Nießner (a cura di), RÖMPP Lexikon Umwelt, 2ª ed., Georg Thieme Verlag, 2014, ISBN 978-3-13-179582-3.
  • (EN) R. Koppmann (a cura di), Volatile Organic Compounds in the Atmosphere, Blackwell, 2007, ISBN 978-1-4051-3115-5.
  • D. R. Lide (Editor), CRC Handbook of Chemistry and Physics, Internet Version 2005, su hbcpnetbase.com, CRC Press, Boca Raton, 2005. URL consultato il 7 ottobre 2014 (archiviato dall'url originale il 24 luglio 2017).
  • (EN) O. M. Slye Jr., Fire Extinguishing Agents, in Ullmann's Encyclopedia of Industrial Chemistry, Wiley-VCH, 2002, DOI:10.1002/14356007.a19_527.
  • R. C. Wands, Toxicological Reports, p. 76, su books.google.de, National Academy of Sciences, 1967. URL consultato il 5 febbraio 2017.

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