Quan Tangshi

Qui è mostrato, da una sua riproduzione calligrafica d'una poesia Tang, in lode d'un crisantemo, l'interesse dell'imperatore Kangxi verso la poesia di quel periodo

Quan Tangshi (全唐詩T, Quán TángshīP, lett. "Raccolta completa delle poesie Tang") è la più grande raccolta di poesie Tang, contenente 48 900 poesie di più di 2 200 autori diversi,[1] commissionata e stampata nel 1705 sotto la direzione dell'imperatore Kangxi, durante la dinastia Qing. Il Quan Tangshi è basato sull'anteriore e minore raccolta Trecento poesie Tang.

Storia

Nel 1705, l'imperatore Kangxi emise un editto nei confronti del funzionario Cao Yin, fidato booi aha imperiale e letterato. Kangxi gli ordinava di redigere e pubblicare tutti gli shi tramandati del periodo Tang, inaugurando il primo dei grandi progetti letterari per i quali la dinastia manciù divenne famosa. L'imperatore incaricò anche a nove letterati dell'Accademia Hanlin la supervisione della raccolta dei testi. Il gruppo confrontò i testi provenienti da diverse biblioteche pubbliche e da collezioni private. Cao insegnò ai calligrafi uno stile di scrittura comune prima dell'incisione dei blocchi di legno per la stampa. L'opera fu terminata in un tempo eccezionalmente breve, sebbene Cao ritenesse di doversi perfino scusare coll'imperatore per il ritardo. Più di cento artigiani lavorarono sulla stampa. Benché l'imperatore avesse deciso che il nome di Cao fosse il primo ad essere elencato nel libro, nel Siku Quanshu il Quan Tangshi è elencato come "raccolta imperiale" (yuding).[2]

Significato e contenuti

Per quanto il Quan Tangshi sia la più grande raccolta di poesie Tang, essa non può considerarsi né del tutto affidabile né esaustiva. L'opera è stata concepita in modo troppo frettoloso e i curatori non giustificarono, o non indicarono, le scelte delle varie letture. Ulteriori poesie, non presenti nella raccolta, sono state scoperte nel secolo XX nelle grotte di Dunhuang mentre i compilatori ignorarono o non riuscirono a reperire altre poesie. Nel caso di alcuni dei maggiori poeti, erano presenti testi migliori in volumi concepiti individualmente. Oltre a ciò, molte poesie furono elencate nei cataloghi Tang ma non sopravvissero alla distruzione delle biblioteche imperiali.[3]

I componimenti sono ordinati in sezioni, come, per esempio, quelli degli imperatori o delle loro consorti e degli yuefu. 754 sezioni sono organizzate in base all'autore (con una breve biografia). Altre poesie sono disposte a seconda della forma o del soggetto, come i temi su donne (cinque sezioni), monaci, sacerdoti, spiriti, fantasmi, sogni, profezie, proverbi, misteri, pettegolezzi e bevute.[4]

Note

  1. ^ Yu, 1994.
  2. ^ Spence 1966, pp. 157-164.
  3. ^ Kroll 1991, pp. 279-280.
  4. ^ Peng 1960.

Bibliografia

  • Paul Kroll, Poetry of the T'ang dynasty, in Mair, Victor (a cura di), The Columbia History of Chinese Literature, New York, Columbia University Press, 2001, pp. 274–313, ISBN 0-231-10984-9.
  • Spence Jonathan D., Ts'ao Yin and the K'ang-Hsi Emperor: Bondservant and Master, New Haven, Yale University Press, 1966.
  • Peng Dingqiu 彭定球, 全唐詩 (Quan Tang Shi), Beijing, Zhonghua shu ju, 1960.
  • Pauline Yu, The Chinese Poetic Canon and its Boundaries, in Hay, John (a cura di), Boundaries in China, London, Reaktion Books, 1994, ISBN 978-0-948462-38-2.
  • Edward H. Schafer (1963) The Golden Peaches of Samarkand. Berkeley: University of California Press. ISBN 978-0-520-05462-2.

Collegamenti esterni

  • (ZH) Testo completo del Quan Tangshi, su ctext.org.
  • (ZH) Ulrich Theobald, Letteratura cinese - Quantangshi (全唐詩) La raccolta completa di poesie shi del periodo Tang e l'estratto di 300 poesie Tangshi sanbai shou (唐詩三百首), su chinaknowledge.de, 3 luglio 2010.
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