Pianta nativa

Lupino fogliuto (Lupinus polyphyllus): nativo dell'occidente del Nord America ma invasivo in diverse aree sparse per il mondo.

Per pianta nativa si intende una pianta autoctona di una determinata area in tempi geologici. Ovvero le piante che si sono sviluppate, si sono manifestate naturalmente o sono esistite per molti anni in una determinata area.

Ecologia

Un ecosistema è costituito da interazioni di piante, animali e microrganismi con le loro condizioni fisiche (come condizioni e processi del suolo) e climatiche. Le piante native formano comunità vegetali e interazione biologica con flora, fauna, funghi e altri organismi specifici. Ad esempio, alcune specie di piante possono riprodursi solo con un'interazione continua mutualistica con un determinato animale impollinatore, e l'animale impollinatore può anche dipendere da quella specie di pianta per una fonte alimentare.[1] Alcune piante native si sono adattate a condizioni molto particolari, insolite o dure, come climi freddi o frequenti incendi. Altre possono vivere in aree diverse o adattarsi bene a diversi ambienti.

Impatto umano e intervento

La diversità delle specie, in molte parti del mondo, esiste solo perché le bioregioni sono separate da barriere, particolarmente da grandi fiumi, mare, oceani, montagne e deserti. Gli esseri umani possono introdurre specie che non si sono mai incontrate nella loro evoluzione storica, su scale temporali variabili che vanno da giorni a decenni (Long, 1981; Vermeij, 1991). Gli esseri umani stanno spostando le specie in tutto il mondo a un ritmo senza precedenti. Coloro che lavorano per affrontare le specie invasive considerano questo come un aumentato rischio per le specie indigene.

Quando gli esseri umani introducono piantando nuove piante per la coltivazione, o le trasportano per caso, alcune di esse possono diventare specie invasive, danneggiando le comunità vegetali native. Le specie invasive possono avere effetti profondi sugli ecosistemi modificando la struttura degli stessi, la funzione, l'abbondanza di specie e la composizione della comunità.[2] Oltre ai danni ecologici, queste specie possono anche danneggiare l'agricoltura, le infrastrutture e i beni culturali. Le agenzie governative e i gruppi ambientalisti stanno indirizzando crescenti risorse per affrontare queste specie.

Quando si intraprendono progetti di restauro per ripristinare un sistema ecologico nativo disturbato dallo sviluppo economico o da altri fattori, questi possono essere storicamente inaccurati, incompleti o prestare poca o nessuna attenzione all'accuratezza dell'ecotipo o conversione di tipi.[3] Potrebbero non riuscire a ripristinare il sistema ecologico originale ignorando le basi del risanamento. L'attenzione prestata alla distribuzione storica delle specie autoctone è un primo passo cruciale per garantire l'integrità ecologica del progetto. Ad esempio, per prevenire l'erosione delle dune di sabbia risagomate al bordo occidentale dell'Aeroporto Internazionale di Los Angeles nel 1975, il paesaggista ha stabilizzato le zone più arretrate con una miscela di semi "naturali" (Mattoni 1989a) . Sfortunatamente, la miscela di semi era rappresentativa di macchia costiera sagomata, una comunità vegetale esogena, invece della comunità nativa di macchia delle dune. Di conseguenza, la farfalla El Segundo blue (Euphilotes battoides allyni) divenne una specie in via di estinzione. La popolazione di farfalle El Segundo Blue, che un tempo si estendeva su un'area di 13 km² lungo le dune costiere da Ocean Park fino alla baia di Malaga a Palos Verdes,[4] ritornò a ripopolarsi quando venne sradicato il grano saraceno californiano (Eriogonum fasciculatum) e le farfalle trovarono la pianta nativa (Eriogonum parvifolium), potendo così riguadagnare il loro habitat perduto.[5]

Movimento delle piante native

Organizzazioni per la tutela delle piante native, come Wild Ones,[6], e Lady Bird Johnson Wildflower Center[7] incoraggiano l'uso di piante autoctone, specialmente in spazi pubblici.

L'utilizzo di cultivar nativi è una pratica ampiamente controversa tra i sostenitori delle piante native.[8]

Note

  1. ^ Douglas Tallamy, Bringing Nature Home: How You Can Sustain Wildlife with Native Plants, Timber Press, 2007.
  2. ^ "Point Reyes National Seashore, Drakes Estero, A Sheltered Wilderness Estuary", National Park Service, United States Department of the Interior, p. 16.
  3. ^ Travis Longcore, Rudi Mattoni, Gordon Pratt, and Catherine Rich, "On the perils of ecological restoration and the El Segundo blue butterfly", in press, for 2nd Interface Between Ecology and Land Development in California. Occidental College, April 18-19, 1997 Online.
  4. ^ Black, S. H., and D. M. Vaughan, "Species profile: Euphilotes battoides allyni, El Segundo Blue", Red List of Pollinator Insects of North America. CD - ROM Version 1 (May 2005). Portland, OR: The Xerces Society for Invertebrate Conservation. (2005) (PDF), su xerces.org. URL consultato l'8 gennaio 2019 (archiviato dall'url originale il 3 marzo 2016).
  5. ^ "California's butterflies: The El Segundo Blue", Quino Checkerspot Captive Breeding Program, Vista Murrieta High School. O line., su quinocheckerspot.com. URL consultato l'8 gennaio 2019 (archiviato dall'url originale il 2 ottobre 2013).
  6. ^ Native Plant Societies, su nanps.org. URL consultato il 23 settembre 2018.
  7. ^ Lady Bird Johnson Wildflower Center, su Wildflower.org. URL consultato il 9 luglio 2012.
  8. ^ "Nativars" Courtesy of Watermarkwoods.com, su watermarkwoods-public.sharepoint.com. URL consultato l'8 gennaio 2019 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).

Bibliografia

  • Returning Essential Wildflowers to America’s Landscapes: Project Milkweed, Xerces Society Milkweeds (Asclepias spp.) are the required host plants for caterpillars of the monarch butterfly (Danaus plexippus).
  • Mary M. Walker, "Native Plant Societies of the United States and Canada"
  • Long, J. L., Introduced Birds of the World, Agricultural Protection Board of Western Australia, 1981, ISBN 9780715381809.
  • Sara Stein, Noah's Garden: Restoring the Ecology of Our Own Back Yards, Houghton-Mifflin, 1993.
  • Vermeij, Geerat J. 1991. When biotas meet: Understanding biotic interchange. Science, 253:1099-1104 (6 September 1991)
  • "About Native Plants", from the Dorothy King Chapter of the California Native Plant Society

Voci correlate

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