Eryngium alpinum

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Regina delle Alpi
Stato di conservazione
Prossimo alla minaccia (nt)[1]
Classificazione APG IV
DominioEukaryota
RegnoPlantae
(clade)Angiosperme
(clade)Mesangiosperme
(clade)Eudicotiledoni
(clade)Asteridi
(clade)Campanulidi
OrdineApiales
FamigliaApiaceae
Classificazione Cronquist
DominioEukaryota
RegnoPlantae
SuperdivisioneSpermatophyta
DivisioneMagnoliophyta
ClasseMagnoliopsida
SottoclasseRosidae
OrdineApiales
FamigliaApiaceae
GenereEryngium
SpecieE. alpinum
Nomenclatura binomiale
Eryngium alpinum
L. (1753)
Nomi comuni

Calcatreppola alpina
Cardo azzurro

Regina delle Alpi (nome scientifico Eryngium alpinum L.) è una pianta erbacea perenne dai fiori molto appariscenti appartenente alla famiglia delle Apiaceae.

Tassonomia

Il genere della nostra pianta (Eryngium) comprende oltre cinquanta specie, alcune delle quali (una dozzina) appartengono alla nostra flora spontanea.
Nelle classificazioni più vecchie la famiglia del genere Eryngium è chiamata Ombrelliferae ma anche Umbelliferae.

Ibridi

Di questa specie sono segnalati alcuni ibridi:

  • Eryngium × hybridum A. Brunard (1927) : ibrido fra E. alpinum × E. campestre
  • Eryngium × zabelii Bergmans (1924) : ibrido fra E. alpinum × E. bourgatii

Etimologia

Il nome del genere (“Eryngium”) fa probabilmente riferimento alla parola che ricorda il riccio: “erinaceus” (in particolare dal greco “erungion” = “eringio”); ma potrebbe anche derivare da “eruma” (= difesa), in riferimento alle foglie spinose delle piante di questo genere.
Il nome della specie (“alpinum”) deriva dalla zona d'origine dei fiori.

Descrizione

La forma biologica della pianta è emicriptofita scaposa (H scap) : si tratta quindi di una pianta perennante tramite gemme situate sul terreno e con asse fiorale più o meno privo di foglie.

Radici

L'apparato radicale è profondo e robusto.

Fusto

I fusti sono solitari ed eretti. Di solito sono 3 – 4 forcati all'apice. Altezza media: 70 cm (minima: 30 cm; massima: 100 cm). Nella parte centrale il fusto presenta delle striature longitudinali violacee.

  • Foglie basali: le foglie basali hanno la lamina intera e sono lungamente picciolate. La forma è largamente cuoriforme – triangolare. Il bordo è grossolanamente seghettato (dentato – spinoso). Dimensione delle foglie: larghezza 10 -15 cm; lunghezza 13 -17 cm.
  • Foglie cauline: le foglie cauline sono sessili e progressivamente (verso l'alto) sempre più profondamente divise.
Infiorescenza

Il colore dell'infiorescenza è verde brillante alla base e azzurro ametistino (quasi cobalto) nella parte alta (le brattee dell'involucro). La forma è quella di un'ombrella contratta capuliniforme (capolini ovoidi cilindrici di circa 3 cm di altezza e 1,5 cm di diametro) ed è in posizione terminale sui rami principali. Le brattee dell'involucro sono da 12 a 20 a disposizione raggiante e consistenza rigida; sono inoltre bipennatifide (foglie composte le cui foglioline sono a loro volta pennate). I lobi di queste brattee sono setolose, quasi spinose (più esattamente sfrangiate). Lunghezza massima delle brattee: 25 cm.

I fiori veri e propri sono molto piccoli (2 mm) per cui la funzione vessilifera è svolta dall'ombrella. I fiori periferici sono unisessuali (oppure sterili); quelli interni (o centrali) sono ermafroditi. Entrambi sono attinomorfi e pentameri.

  • Calice: il calice ha 5 denti di -mm e sono più lunghi della corolla.
  • Corolla: la corolla è praticamente priva di petali (fiori apetali).
  • Androceo: gli stami sono 5.
  • Gineceo: l'ovario è infero e bicarpellare con 2 stili divergenti.
  • Fioritura: da luglio a settembre.
  • Impollinazione: tramite insetti di vario tipo.

Il frutto è un achenio dalla forma di un ovoide (di circa 4 – 6 mm) ed è densamente spinoso (spinuloso o spinescente).

Distribuzione e habitat

  • Geoelemento: l'origine della pianta è endemica della fascia alpina (Endem. Alpica).
  • Diffusione: in Italia è considerata una pianta rara e comunque è presente solamente sulle Alpi (orientali e occidentali, centrali). È presente anche nella Alpi Dinariche e nel Giura.
  • Habitat: cespuglieti subalpini sassosi e zona delle megaforbiete; la specie è calciofila.
  • Diffusione altitudinale: da 1500 - a 2500 m s.l.m..

Usi

Giardìnaggio

A causa della raccolta indiscriminata e distruttiva (per motivi ornamentali) è ora molto rara e si trova in prevalenza solamente come varietà coltivate nei vari giardini botanici.

Note

Specie protetta.

Galleria d'immagini

  • Eryngium alpinum
    Eryngium alpinum
  • Eryngium alpinum, fiore
    Eryngium alpinum, fiore
  • Bombus hypnorum su un fiore di Eryngium alpinum
    Bombus hypnorum su un fiore di Eryngium alpinum

Note

  1. ^ (EN) Eryngium alpinum, su IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2020.2, IUCN, 2020.

Bibliografia

  • Giacomo Nicolini, Enciclopedia Botanica Motta. Volume secondo, Milano, Federico Motta Editore, 1960, p. 138.
  • Sandro Pignatti, Flora d'Italia. Volume secondo, Bologna, Edagricole, 1982, p. 176, ISBN 88-506-2449-2.

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Collegamenti esterni

  • Fungoceva.it. URL consultato il 14-03-2008.
  • Flora delle Alpi Marittime, su floramarittime.it. URL consultato il 14-03-2008.
  • Catalogazione floristica - Università di Udine, su flora.uniud.it. URL consultato il 14-03-2008.
  • Index synonymique de la flore de France, su www2.dijon.inra.fr. URL consultato il 14-03-2008.
  • Flora Flora Italiana, su luirig.altervista.org. URL consultato il 14-03-2008.
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